Ballando con le Stelle: "Lo spettacolo deve continuare" - La Sicilia e' Italia -
E’ QUESTA L’ITALIA ?
In una nota canzone di Renato Zero, si ascolta nel ritornello, una frase ricorrente: “W la RAI”.
La Rai, televisione di Stato, servizio pubblico sulla carta, contenitore di luci ed ombre teleguidato in pratica, è un agglomerato di personaggi in cerca di fama e di guadagni da capogiro. Noi Cittadini, per avere a disposizione tutto questo, paghiamo quello che ci vogliono propinare col nome di canone, ma che in realtà è un balzello; una tassa di possesso obbligatoria, in un regime che si proclama democratico.
Da qualche giorno in Italia, si parla e sparla della tragedia avvenuta in mare, nelle vicinanze dell’isola Del Giglio, accaduta ad una nave da crociera Costa. Telegiornali, contenitori mediatici, speciali... e quant’altro, hanno dato spazio a questa notizia, manipolandola o rendendola realistica, ma ne hanno parlato e ne parlano, tuttora.
La RAI però, Sabato sera, a disastro accaduto, ha mandato regolarmente in onda “Ballando con le Stelle” un programma dove personaggi più o meno famosi, si prodigano in balli, millantando capacità e spirito di sacrificio.
La regina di questa trasmissione con alto indice d’ascolto, la Signora Milly Carlucci, professionista dalla “Parlantina” facile e dal viso levigato, ha dato sfogo alla sua dialettica, aprendo lo spettacolo, con un riferimento blando e privo di partecipazione, al disastro marittimo e subito dopo, asserendo che lo spettacolo per una “Legge” che non abbiamo mai letto, ma soltanto ascoltato, non può fermarsi e deve continuare a concedere sano divertimento al suo pubblico. La Signora Carlucci, ha dimenticato di dirci che dietro “Ballando con Le stelle”, si nascondono interessi di casta e che gli sponsor, unici proprietari di una TV che si spaccia ancora per pubblica, non avrebbero gradito interruzioni di sorta.
E’ questa la nostra Italia?
Non ci crediamo; pensiamo che questo sia il Paese dove si nasconde il buono e si mostra tutto ciò che di più deprecabile possa esistere. Grazie cara Rai; grazie per la sensibilità, l’impegno pluralistico e per non aver saputo rinunciare a facili guadagni, spegnendo le telecamere in un momento di lutto nazionale.
Quei visi sorridenti, quelle battute piatte e studiate, quei passi di danza rocamboleschi e la vista di certi personaggi come i calciatori… strapagati… per mostrare al pubblico un’arte che non possiedono, ci pare troppo. In un contesto di preoccupazione e di sdegno, di lacrime e rabbia, nessun Cittadino avrebbe notato la mancanza di un programma televisivo; anzi, ognuno di noi avrebbe apprezzato in silenzio.
La Rai non naviga in buone acque; mancano i soldi ma ciò che veramente è precario nella televisione pubblica, è il senso civico e la volontà di fare del vero servizio pubblico e non programmi di terza categoria che fanno gola e riempiono le tasche, a sponsor che pensano soltanto al guadagno.
Di questo stato dei fatti, ci vergogniamo, prendendo le debite distanze.
Grazie “Mamma” Rai per aver dimostrato ancora una volta, che i parassiti non si possono più eliminare con degli insetticidi, ma che occorre fare terra bruciata intorno a loro, togliendogli ,con la forza della Democrazia, lo strapotere che in questi anni li ha fatti ingrassare.
Due parole, vorremmo dedicarle anche alla situazione in cui versa la nostra bella Sicilia.
Ne parlano in pochi e chi ne parla, sfiora l’argomento con paura e circospezione ingiustificate.
I siciliani sono italiani a tutti gli effetti ed hanno ora più che mai, bisogno della nostra solidarietà e del nostro impegno civico.
In Sicilia manca tutto; perfino i generi alimentari oggi scarseggiano; la gente non vive più; gli è stata tolta ogni umana dignità; il lavoro non c’è; l’agricoltura ristagna perché i contadini ed i prodotti della loro terra, non godono di nessuna considerazione da parte di chi oggi in Italia conta; i frutti delle loro terre, dopo duro lavoro e sacrificio costante, sono pagati due soldi e lo stesso Stato, con tasse usuraie, mina ancor di più l’esistenza di tutte le attività agricole, spingendole e trascinandole nel baratro.
Il movimento dei “Forconi”, nato spontaneamente soltanto dietro una spinta emotiva e di coesione, sta facendo sentire la propria voce, con la semplicità di coloro che hanno perso tutto ma non il desiderio di lottare per i propri e sacrosanti diritti.
Al governo nazionale ed a tutti i scalda sedie della politica, vorremmo ricordare che i siciliani sono dei lottatori - basti pensare ai “Vespri Siciliani”- e non faranno tacere le voci della loro protesta. Si spingeranno sempre più oltre se inascoltati e non si fermeranno davanti a niente e nessuno.
Dimostriamo a chi ci governa, a coloro che credono che noi siamo dei pecoroni, che si sbagliano e mettiamo in luce con impegno e determinazione, la nostra unità morale di Cittadini coesi.
Piero B. / Redazione Pentagramma
www.unavocesulpentagramma.com
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